Tra il reale e l'irreale c'è una porta quella porta siamo noi
  Le più belle poesie
 

                   


Alfonso Gatto (1909 - 1976) 

Poesia d'amore 
Le grandi notti d' estate
che nulla muove oltre il chiaro
filtro dei baci, il tuo volto
un sogno nelle mie mani.
Lontana come i tuoi occhi
tu sei venuta dal mare
dal vento che pare l' anima.
E baci perdutamente
sino a che l' arida bocca
come la notte è dischiusa
portata via dal suo soffio.
Tu vivi allora, tu vivi
il sogno ch' esisti è vero.
Da quanto t' ho cercata.
Ti stringo per dirti che i sogni
son belli come il tuo volto,
lontani come i tuoi occhi.
E il bacio che cerco è l' anima.



Catullo

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo 
Viviamo, mia Lesbia, e amiamo:
tutte le chiacchere dei vecchi brontoloni
- lasciale perdere, non valgono una lira.
Tramonta il sole e poi ritorna:
per noi, quando la breve luce è tramontata,
solo rimane il sonno di una notte senza fine.
Dammi mille baci, e ancora cento,
poi altri mille, e altri cento ancora,
e mille e cento e non fermarti mai.
Poi, quando ne avremo a migliaia,
li confonderemo, per non sapere
- perché nessuno sappia il mucchio
di quei baci, e non ci dia il malocchio.



Federico Garcia Lorca (1898-1936)

L'ombra dell'anima mia 
L'ombra dell'anima mia
fugge in un tramonto di alfabeti,
nebbia di libri
e di parole.
L'ombra dell'anima mia!
Sono giunto alla linea dove cessa
la nostalgia
e la goccia di pianto si trasforma
in alabastro di spirito.
(L'ombra dell'anima mia!)
Il nodo del dolore finisce,
ma resta la ragione e la sostanza
del mio vecchio mezzogiorno di labbra
del mio vecchio mezzogiorno di sguardi.
Un torbido labirinto
di stelle affumicate
imprigiona le mie illusioni
quasi appassite.
L'ombra dell'anima mia!
E un'allucinazione
dispone gli sguardi.
Vedo la parola amore sgretolarsi.
Usignolo
Usignolo mio!
Canti ancora?

Le stelle 
Le stelle
non hanno fidanzato.
Tanto belline,
le stelle!
Aspettano un rubacuori
che le porti
ad una sua ideale Venezia.
Tutte le notti s'affacciano
alle grate
- oh cielo di mille piani! -
e fanno segnali lirici
ai mari d'ombra
che le circondano.
Ma attente,ragazze,
perchè quando morirò
vi rapirò una dietro l'altra
sul mio cavallo di nebbia



François Villon

Se non avessi tema di spiacerti 
Se non avessi tema di spiacerti,
un dolce bacio, volentieri, un bacio
ti ruberei teneramente e poi
lo serberei al sicuro, nel tesoro
della mia gioia.
Ma che Insidia sia
Fuor di vista e che io possa sanza alcuna
soggezione vederti, o bella che amo
con fedeltà. Se non avessi tema
di spiacerti, vorrei rubarti un bacio,
teneramente, un dolce bacio.
Mai me ne confesserei, ma veramente
come larga elemosina e non furto
lo riterrei; perché da parte tua,
lieto, al mio cuore lo presenterei,
se non avessi tema di spiacerti.



Francis Picabia (1879-1953)

Bocche 
Azzurro avorio il tuo corpo
Amore a due mani
Dormi?
Amica mia diletta
Del nostro amore Ogni sera sul petto 



Giambattista Marino (1569-1625)

Guerre di baci 
 
Feritevi, ferite,
viperette mordaci
dolci guerriere ardite
del Diletto e d'Amor, bocche sagaci !
Saettatevi pur, vibrate ardenti
l'armi vostre pungenti !
Ma le morti sien vite,
ma le guerre sien paci,
sien saette le lingue e piaghe i baci.



Hermann Hesse (1877-1962)

Io ti chiesi 
Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste



John Donne (1572-1631)

Il buongiorno 
In verità mi chiedo che abbiam fatto tu ed io,prima d'amarci.
Non eravamo svezzati fino allora?
poppavamo rustici piaceri, infantilmente?
o russavam nell'antro dei sette dormienti?
Era così Salvo il presente, tutti i piaceri non son che fantasie
Se vidi mai bellezza
che bramai, ed ebbi, non fu che sogno di te.
Ora buongiorno alle nostre anime che si destano,
che non si vegliano a vicenda per timore;
poiché l'amore raffrena ogni amor di altra vista,
e fa di angusta stanza un universo.
Lascia che esploratori abbian scoperto per mari nuovi mondi,
che le carte mostrino altrui mondi su mondi;
a noi possesso di uno solo, ciascuno ha un mondo ed è un mondo.
Il volto mio nell'occhio tuo, il tuo nel mio appare,
e cuori semplici e sinceri risiedono nei volti;
ove trovare due migliori emisferi
senza aspro Nord, senza deciduo Occaso?
quel che muore, è fatto di parte inegualmente commiste,
se i nostri due amori son uno, o tu ed io
nutriamo amor così eguale, che nessuno è in difetto,
nessuno dei due amori può morire

Il sogno
Per nessun altro, amore, avrei spezzato
questo beato sogno.
Buon tema alla ragione,
troppo forte per la fantasia.
Fosti saggia a destarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu cosi vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e le favole storia.
Entra fra queste braccia. Se ti parve
meglio per me non sognar tutto il sogno,
ora viviamo il resto.
Come il lampo o un bagliore di candela,
i tuoi occhi, non già il rumore, mi destarono.
Pure (giacché ami il vero)
io ti credetti sulle prime un angelo.
Ma quando vidi che mi vedevi in cuore,
sapevi i miei pensieri oltre l'arte di un angelo,
quando sapesti il sogno, quando sapesti quando
la troppa gioia mi avrebbe destato
e venisti, confesso che profano
sarebbe stato crederti qualcos'altro da te
Il venire, il restare ti rivelò: tu sola.
Ma ora il levarti mi fa dubitare
che tu non sia più tu.
Debole quell'amore di cui più forte è la paura,
e non è tutto spirito limpido e valoroso
se è misto di timore, di pudore, di onore.
Forse, come le torce che debbono esser pronte
sono accese e rispente, cosi tu tratti me.
Venisti per accendermi, vai per venire. Ed io
sognerò nuovamente
quella speranza, ma per non morire.


Aria e angeli 
Due o tre volte ti amai senza conoscere
il tuo volto o il tuo nome.
In una voce, in una fiamma informe
cosi talora ci percuote un angelo
per essere adorato.
Persino quando giunsi dov'eri, uno splendente
un adorabile nulla io vidi.
Ma poiché la mia anima, che ha per figlio l'amore,
prende membra di carne o non può nulla,
l'amore non dev'esser più sottile
della madre, ma anch'egli prender corpo:
e allora quel che eri e chi eri io chiedo
all'amore di chiedere; ed ora gli consento
di assumere il tuo corpo e far dimora
nel tuo labbro, nell'occhio e nella fronte...



Jacques Prévert (1900-1977)

Le ombre 
Stai lì
davanti a me
nella luce dell'amore
Ed io
sto qui
davanti a te
nella musica della felicità
Ma la tua ombra
sulla parete
spia ogni attimo
dei miei giorni
e la mia ombra
fa lo stesso
e spia la tua libertà
Eppure ti amo
e tu mi ami
come s'ama il giorno la vita o l'estate
Ma come le ore che si seguono
non suonano mai ad un tempo
le nostre due ombre s'inseguono
come due cani di una stessa madre
staccati dalla medesima catena
ma ostili entrambi all'amore
unicamente fedeli al padrone
alla padrona
e che aspettano pazientemente
ma tremanti d'angoscia
la separazione degli amanti
e che aspettano
che la nostra esistenza si concluda
e il nostro amore
e che gli buttin lì le nostre ossa
per prenderle
celarle e seppellirle
e seppellirsi anch'essi
sotto le ceneri del desiderio
fra le macerie del tempo.

Questo amore 
Questo amore, Cosi violento
Cosi fragile, Cosi tenero
Cosi disperato, Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore cosi vero
Questo amore cosi bello
Cosi felice, Cosi gaio
E cosi beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E cosi sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito
calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora cosi vivo, E tutto soleggiato
E tuo, E mio
E stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
Il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido, Grido per te
Grido per me, Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là, Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati, Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.

 I ragazzi che si amano 
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.



Leonard Cohen ( 1934 )

 Il vero amore non lascia tracce 
Come la bruma non lascia sfregi
Sul verde cupo della collina
Così il mio corpo non lascia sfregi
Su di te e non lo farà mai
Oltre le finestre nel buio
I bambini vengono, i bambini vanno
Come frecce senza bersaglio
Come manette fatte di neve
Il vero amore non lascia tracce
Se tu e io siamo una cosa sola
Si perde nei nostri abbracci
Come stelle contro il sole
Come una foglia cadente può restare
Un momento nell'aria
Così come la tua testa sul mio petto
Così la mia mano sui tuoi capelli
E molte notti resistono
Senza una luna.
, senza una stella
Così resisteremo noi
Quando uno dei due sarà via, lontano 



Nazim Hikmet (1902-1963)

Il più bello
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto

Amo in te 
Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
amo in te l'impossibile
ma non la disperazione

Anima mia
Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s'affonda nell'acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell'arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

 In questa notte d'autunno 
In questa notte d'autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.
Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini.

 Sei la mia schiavitù sei la mia libertà 
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.


Platone (428-347 a.C.)

Ti mando questa mela. Se mi ami 
Ti mando questa mela.
Se mi ami,
prendila, e dammi in cambio
la tua verginità.
Ma se non vuoi,
prendila ugualmente,
e pensa come è breve
la stagione bella

Abbiamo creato la notte ti tengo la mano e veglio 
Abbiamo creato la notte ti tengo la mano e veglio
E ti tengo con tutte le forze
E incido su una roccia
l'astro delle tue forze
Solchi profondi dove la bontà
del tuo corpo germinerà
E mi ripeto la voce tua segreta
e la voce tua pubblica
E rido ancora dell'orgogliosa
Che tratti come un mendicante
Dei folli che rispetti dei semplici in cui ti specchi
E nella mia testa che dolcemente
s'accorda con la tua con la notte
Mi meraviglio dell'ignota che diventi
Un'ignota simile a te simile a tutto ciò che amo
Che è sempre nuovo.


Paul Eluard (1895-1952)

Nessuno può conoscermi 
Nessuno può conoscermi
Come tu mi conosci
Gli occhi tuoi dove dormiamo
Tutti e due
Alle mie luci d'uomo han dato sorte
Migliore che alle notti della terra
Gli occhi tuoi dove viaggio
Han dato ai gesti delle strade un senso
Separato dal mondoNegli occhi tuoi coloro che ci svelano
La solitudine nostra infinita
Non sono più quel che credevano essere
Nessuno può conoscerti
Come io ti conosco.



Pedro Salinas (1892 - 1951)

Io di più non posso darti 
Io di più non posso darti.
Sono quel che sono.
Ah, come vorrei essere
sabbia, sole in estate!
Che tu ti distendessi
riposata a riposare.
Che andando via tu mi lasciassi
il tuo corpo, impronta tenera,
tiepida, indimenticabile.
E che con te se ne andasse
sopra di te, il mio bacio lento:
colore, dalla nuca al tallone,
bruno. Ah, come vorrei essere vetro,
tessuto, legno,
che conserva il suo colore
qui, il suo profumo qui,
ed è tremila chilometri lontano!
Essere la materia che ti piace,
che tocchi tutti i giorni,
che vedi ormai senza guardare
intorno a te, le cose
- collana, profumi, seta antica -
di cui senti la mancanza
domandi: "Ah, ma dov'è".
Ah, e come vorrei essere
un'allegria fra tutte,
una sola, l'allegria della tua allegria!
Un Amore, un solo amore:
l'amore di cui tu ti innamorassi
Ma non sono che quello che sono



PabloNeruda (1904–1973)

 Il tuo sorriso 
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

 Perché tu possa ascoltarmi 
Purché tu possa ascoltarmi
le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate
al mio dolore antico.
Così si aggrappano alle pareti umide.
E' tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.
Prima di te hanno popolato
la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate
alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò
che io voglio dirti
purché tu le ascolti come
voglio essere ascoltato.
Il vento dell'angoscia
può ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono
talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci
nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche,
sangue di antiche suppliche.
Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.
Ma del tuo amore si vanno
tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.
E io le intreccio tutte
in una collana infinita
per le tue mani bianche,
dolci come l'uva.

Sei 
"Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d' estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro."

 Io ti sognai una sera... 
Donna, fatta di tutte le mie finzioni riunite,
hai vibrato nei miei nervi come una maestà,
piangendo nei sentieri dell'illusione perduta
ho sentito il contatto della tua ignota beltà.
Avvizziti i miei sogni e le mie folli chimere
ti ho forgiata a pezzi celesti e carnali,
come una resurrezione, come una primavera
nella selva di tanti stupidi ideali...
Ho sognato la tua carne divina e profumata,
in mezzo a un morboso torturare del mio essere;
e anche se imprecisa, so come sei, amata,
finzione fatta maestà in carne di donna...
Io ti cerco negli occhi di tutte le donne,
ti cerco però mai ho potuto incontrarti,
e c'è nel disincanto, l'incanto che sei
o che sarai più bella di una donna volgare.
Ti sentiranno i miei sogni eternamente mia,
spuntare dalla bruma di tutte le mie tristezze,
come germinatrice di rare allegrie
che ravviveran la fiamma della tua ignota bellezza.

 Perché tu mi oda
Perché tu mi oda
le mie parole
a volte si assottigliano
come le orme dei gabbiani sulle spiagge.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo lontane le mie parole.
Più che mie esse son tue.
Si arrampicano sul mio vecchio dolore come l'edera.
Si arrampicano così sulle pareti umide.
Sei tu la colpevole di questo gioco sanguinoso.
Esse fuggono dal mio rifugio oscuro.
Tu riempi tutto, tutto.
Prima di te popolarono la solitudine che occupi,
e sono abituate più di te alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che voglio dirti
perché tu oda come voglio che m'oda.
Il vento dell'angoscia ancora le trascina.
Uragani di sogni a volte ancora le abbattono.
Senti altre voci nella mia voce addolorata.
Pianto di vecchie bocche, sangue di vecchie suppliche.
Amami, compagna. Non abbandonarmi. Seguimi.
Seguimi, compagna, in quest'onda di angoscia.
Ma vanno tingendosi del tuo amore le mie parole.
Tu occupi tutto, tutto.
Ne farò di tutte una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.

 Per il mio cuore 
Per il mio cuore basta il tuo petto,
per la tua libertà bastano le mie ali.
Dalla mia bocca arriverà fino al cielo,
ciò ch'era addormentato sulla tua anima.
In te è l'illusione di ogni giorno.
Giungi come la rugiada alle corolle.
Scavi l'orizzonte con la tua assenza.
Eternamente in fuga come l'onda.
Ho detto che cantavi nel vento
come i pini e come gli alberi di nave.
Com'essi sei alta e taciturna.
E ti rattristi d'improvviso, come un viaggio.
Accogliente come una vecchia strada.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.
Mi son svegliato e a volte emigrano e fuggono
uccelli che dormivano nella tua anima.

 Mi piaci quando taci 
Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.
Poiché tutte le cose sono piene della mia anima
emergi dalle cose, piena dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.
Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla tubante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.
Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.
Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.



W. Shakespeare (1564-1623)

Gli occhi della mia Bella non sono affatto come il sole
Gli occhi della mia Bella non sono affatto come il sole,
il rosso del corallo è ben più rosso delle sue labbra;
se neve è bianca, oh, i suoi seni sono di grigio spento,
e se capelli sono crini, sono crini neri ch'essa porta in testa.
Ho visto rose damascate rosse e bianche,
ma nessuna io ho ammirato sulle sue guance,
e in certi profumi c'è più delizia
che nell'alito che la mia Bella esala.
Amo sentirla parlare, ma so benissimo
che la musica ha suoni ben più allettanti.
Lo ammetto: non ha mai visto come una dea incede,
ma quando cammina, la mia Bella per terra tocca.
Eppure, per il cielo!, la mia amata è unica,
quanto ogni donna tradita da falsi confronti.


  


Antonella De Paolis 


Lembi di nuvole
Fra lembi di nuvole ricomporrai
il mio viso e silenziosa ti assalirà
le sera. Piangerai il tuo seme che
io non accolsi e chiamerai le stelle
ad una ad una ad accusarmi i seni.
Maledirai i monti che a te non
mi nascosero: eppure sapevi che
appartenevo al vento.

 
 
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